I bambini abbandonati nell' 800

Valorizziamoci Home page Storia

Istituto centrale degli esposti

Dal Regolamento disciplinare-economico provvisorio del 1875 (Verona, Ospizio degli Esposti, 1836-1875) alla Costituzione Italiana del 1948

L’ISTITUTO CENTRALE degli ESPOSTI di Verona assisteva (artt. 4, 5, 6, del Regolamento):

Al momento dell’inserimento presso l’Istituto, ogni Esposto veniva registrato e dotato di piastrina di riconoscimento.
Dal Regolamento 1875 di Verona:

Art. 24
A garantire l’identità personale degli esposti di qualunque provenienza o appartenenza servono:

Art. 25
Appena accettato nell’Uffizio di consegna, ogni trovatello riceve dall’incaricato una piastrella o medaglia con il numero progressivo delle ammissioni dell’anno in corso e che sarà pure quello della bolletta di Consegna. Essa sarà assicurata al di lui collo mediante un cordoncino serrato con proprio nodo da un bottone di piombo compresso a tenaglia in modo da non permetterne il distacco se non col taglio. Tale piastrella non potrà essere levata che dal Cancelliere all’atto della consegna del bambino ad allevatori esterni, o dall’ispettrice in caso di sua morte.

Nonostante la sua incessante opera l’Ospizio non era in grado di dare all’Esposto quell’equilibrio psico-fisico che l’assistenza,
la cura e l’educazione familiare assicuravano ai figli legittimi.
L’esposto si sentiva mortificato dalla sua posizione, isolato in mezzo alla società, senza il riferimento di una famiglia e il ricambio d’intimi affetti. Carenze affettive, mancanza di riferimenti sicuri e stabili, erano condizioni di vita condivisi in Istituto.
Ciò finisce con l’alienarlo dalla società e nonostante fosse ben allevato, nutrito, il sentimento d’ingiustizia subìto non lo abbandonava mai.

Antonio Agostini, direttore dell’istituto dal 1836 al 1879, rilevava frequenti deficienze fisiche e psichiche altrechè caratteriali di questi esposti come:
Dal punto di vista fisico: